Nessuno crede d'esser figlio di due madri,
colei che in natura chiami donna
e una madre paziente che t'osserva crescere
intrisa dei silenzi del mondo.
Io non temo d'averti conosciuta,
per qualche attimo preso la mano,
mentre tutti plaudono gesta incomprensibili
e la vera follia è un solo secondo d'abbandono.
Non t'ho seguita...
eppure sento il tuo richiamo confondere
questi luoghi,
dove il dolore è vita.
Senza redenzione.
Ode alla madre paziente,
che declina all'esistenza
l'arte dell'inquietudine.

Caro Fede,
non solo la tua poesia che mi è piaciuta di più...una delle più belle in assoluto. Ammirato e commosso

ciao Paolo..è da un pò che non ci si sente, come stai? Ti ringrazio per l'apprezzamento anche se l'ispirazione in questo periodo è molto più alterna e umorale.
Un saluto
Fede

E' quando l'ispirazione è a corrente alternata che nascono i capolavori (secondo me)

...oppure saltano i "fusibili"
Il fatto è che stò scrivendo anche un libro e allora dò impropriamente colpa all'ispirazione, quando magari è il tempo che mi viene a mancare.
Speriamo i "fusibili" reggano!
=)
Fede