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Musica Classica
Le cose fondamentali di Tiziano Scarpa
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Le cose fondamentali di Tiziano Scarpa
Le cose fondamentali
Paperback.it 25 maggio 2010
Finalmente è uscita l’ultima fatica di Tiziano Scarpa, il fortunato autore di Stabat Mater, Premio Strega 2009. Nel suo Le cose fondamentali racconta di un uomo che è diventato da poco padre e che inizia a scrivere un diario da consegnare al figlio quando sarà cresciuto abbastanza da porsi interrogativi sul senso della vita, per provare a mostrargli come a sua volta l’ha vissuta ed affrontata.
Ve ne proponiamo di seguito l’inizio:
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“Tua madre è uscita a prendere un po’ d’aria. Da quando sei nato è la prima volta che si allontana da te. Siamo rimasti soli in casa, tu e io. Hai cominciato a piangere. Ti ho preso tra le braccia e ti ho cullato, ma non smettevi di strillare. Camminavo avanti e indietro per il corridoio, tenendoti su con un braccio. Con l’altra mano ti accarezzavo la testa. Ho mormorato anche una specie di canzone. Niente da fare, gridavi sempre più forte, con la faccia appogiata alla mia spalla, mi assordavi.
- Che cosa c’è, bambino mio -. Ti parlavo per continuare a farti sentire il suono della mia voce, variando la modulazione, visto che la cantilena non aveva avuto effetto. Ti sussurravo nell’orecchio. – Che cosa c’è.
Iniziavo a pensare che fosse colpa mia, magari avevo sbagliato qualcosa, non so, forse ti tenevo male in braccio, devo ancora imparare bene.
Dopo un po’ ho chiamato tua madre, avvicinando di proposito il telefono alla tua bocca, mentre tu gridavi.
- Lo senti? – ho chiesto a Silvana.
- Arrivo fra un attimo, – ha detto lei.
Nemmeno un’ora avete resistito a stare lontani uno dall’altra, voi due.
Ho aspettato. Non sapevo che cosa fare. Tu continuavi a piangere. Allora ti ho posato con delicatezza sul tavolo in cucina, a pancia in su. Avevi il volto congestionato, gli occhi erano spariti dentro le pieghe della faccia, le manine contratte. Sono rimasto a guardarti, incredulo che da un corpicino così piccolo potessero uscire spifferi di voce talmente potenti.
Mi sono sfilato il maglione. Ho sbottonato la camicia, me la sono tolta. Via anche la maglietta. Sono rimasto a torso nudo. Ti ho ripreso in braccio e ti ho avvicinato al petto, tenendoti un po’ più in basso di prima.
Non c’è stato bisogno di darti nessuna istruzione. Le tue labbra minuscole hanno cercato da sole. Si sono fatte strada sulla pelle, fra i peli, quasi brucando. Mi facevi un po’ di solletico.
Hai trovato il capezzolo (non so come tu abbia fatto a capire che era un capezzolo, il mio è talmente piccolo). Hai cominciato a succhiare, con metodo. Le tue guance si muovevano da sole, del tutto autonome, stavano eseguendo una procedura conosciuta da qualche milione di anni. Ma questa volta qualcosa non stava funzionando. hai increspato la fronte, non riuscivi a credere che il rubinetto fosse già secco. Hai afferrato i peli sullo sterno con le dita, tiravi. hai ciucciato più forte, con rabbia, mi facevi male.
Mi dispiace, ma devi capirlo in fretta che non uscirà sempre latte da ogni capezzolo a cui ti attacchi. Meglio che lo impari subito.”.
La trama narra di un uomo che è diventato padre da pochi giorni ed inizia a scrivere un quaderno-diario nel quale raccontare al figlioletto il mondo come l’ha conosciuto lui, l’amore, i soldi, l’importanza del potere e tutte le cose che contano davvero nella vita. Progetta di consegnargli questo scritto quando Mario compirà quattordici anni, l’età in cui i figli si arrabbiano col mondo in generale e con i genitori in particolare, ma il piccolo si ammala nei suoi primi mesi di vita e pare che l’unica cura possibile consista in un trapianto.
Il donatore ideale sarebbe il padre, ma le analisi mediche riveleranno una sconvolgente verità: non è lui il padre naturale del bambino. E’ così costretto ad assistere impotente alla propria incapacità di aiutarlo e ad affrontare sentimenti dolorosi e contrastanti quali l’amore, il tradimento e la malattia di quello che continua a sentire come suo figlio; raccontato attraverso un’intensa analisi psicologica, il libro intreccia le avventure sorprendenti e le toccanti esperienze del protagonista, che si troverà solo a rileggere le parole che aveva dedicato al figlio
Paperback.it 25 maggio 2010
Finalmente è uscita l’ultima fatica di Tiziano Scarpa, il fortunato autore di Stabat Mater, Premio Strega 2009. Nel suo Le cose fondamentali racconta di un uomo che è diventato da poco padre e che inizia a scrivere un diario da consegnare al figlio quando sarà cresciuto abbastanza da porsi interrogativi sul senso della vita, per provare a mostrargli come a sua volta l’ha vissuta ed affrontata.
Ve ne proponiamo di seguito l’inizio:
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“Tua madre è uscita a prendere un po’ d’aria. Da quando sei nato è la prima volta che si allontana da te. Siamo rimasti soli in casa, tu e io. Hai cominciato a piangere. Ti ho preso tra le braccia e ti ho cullato, ma non smettevi di strillare. Camminavo avanti e indietro per il corridoio, tenendoti su con un braccio. Con l’altra mano ti accarezzavo la testa. Ho mormorato anche una specie di canzone. Niente da fare, gridavi sempre più forte, con la faccia appogiata alla mia spalla, mi assordavi.
- Che cosa c’è, bambino mio -. Ti parlavo per continuare a farti sentire il suono della mia voce, variando la modulazione, visto che la cantilena non aveva avuto effetto. Ti sussurravo nell’orecchio. – Che cosa c’è.
Iniziavo a pensare che fosse colpa mia, magari avevo sbagliato qualcosa, non so, forse ti tenevo male in braccio, devo ancora imparare bene.
Dopo un po’ ho chiamato tua madre, avvicinando di proposito il telefono alla tua bocca, mentre tu gridavi.
- Lo senti? – ho chiesto a Silvana.
- Arrivo fra un attimo, – ha detto lei.
Nemmeno un’ora avete resistito a stare lontani uno dall’altra, voi due.
Ho aspettato. Non sapevo che cosa fare. Tu continuavi a piangere. Allora ti ho posato con delicatezza sul tavolo in cucina, a pancia in su. Avevi il volto congestionato, gli occhi erano spariti dentro le pieghe della faccia, le manine contratte. Sono rimasto a guardarti, incredulo che da un corpicino così piccolo potessero uscire spifferi di voce talmente potenti.
Mi sono sfilato il maglione. Ho sbottonato la camicia, me la sono tolta. Via anche la maglietta. Sono rimasto a torso nudo. Ti ho ripreso in braccio e ti ho avvicinato al petto, tenendoti un po’ più in basso di prima.
Non c’è stato bisogno di darti nessuna istruzione. Le tue labbra minuscole hanno cercato da sole. Si sono fatte strada sulla pelle, fra i peli, quasi brucando. Mi facevi un po’ di solletico.
Hai trovato il capezzolo (non so come tu abbia fatto a capire che era un capezzolo, il mio è talmente piccolo). Hai cominciato a succhiare, con metodo. Le tue guance si muovevano da sole, del tutto autonome, stavano eseguendo una procedura conosciuta da qualche milione di anni. Ma questa volta qualcosa non stava funzionando. hai increspato la fronte, non riuscivi a credere che il rubinetto fosse già secco. Hai afferrato i peli sullo sterno con le dita, tiravi. hai ciucciato più forte, con rabbia, mi facevi male.
Mi dispiace, ma devi capirlo in fretta che non uscirà sempre latte da ogni capezzolo a cui ti attacchi. Meglio che lo impari subito.”.
La trama narra di un uomo che è diventato padre da pochi giorni ed inizia a scrivere un quaderno-diario nel quale raccontare al figlioletto il mondo come l’ha conosciuto lui, l’amore, i soldi, l’importanza del potere e tutte le cose che contano davvero nella vita. Progetta di consegnargli questo scritto quando Mario compirà quattordici anni, l’età in cui i figli si arrabbiano col mondo in generale e con i genitori in particolare, ma il piccolo si ammala nei suoi primi mesi di vita e pare che l’unica cura possibile consista in un trapianto.
Il donatore ideale sarebbe il padre, ma le analisi mediche riveleranno una sconvolgente verità: non è lui il padre naturale del bambino. E’ così costretto ad assistere impotente alla propria incapacità di aiutarlo e ad affrontare sentimenti dolorosi e contrastanti quali l’amore, il tradimento e la malattia di quello che continua a sentire come suo figlio; raccontato attraverso un’intensa analisi psicologica, il libro intreccia le avventure sorprendenti e le toccanti esperienze del protagonista, che si troverà solo a rileggere le parole che aveva dedicato al figlio
alberto- Messaggi : 138
Data d'iscrizione : 13.05.10
Località : Roma
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